AVIS Comunale Biassono
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Cell/SMS: 347 4432276
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1964-2004 40esimo Avis Biassono - 3 Ottobre 2004

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"Significato di un monumento"

Generalmente si costruiscono monumenti per i defunti.

Questo al contrario vuole essere un inno alla vita! La vita che sboccia dalla terra e che sulla terra deve essere sostenuta ed aiutata. Il simbolo esprime quindi il duplice significato del fiore che nasce dalla terra, ma anche delle mani che attendono un gesto d'amore.
 


Il trionfo di colori che sovrastano le mani bisognose rappresentano magnificamente lo spirito della vita che viene istillato ed il fiore che si tramuta in frutto.

Questo è quello che si prefiggono di divulgare, magari peccando di immodestia, le nostre Associazioni, ed è per questo che abbiamo eretto questo simbolo nel nostro paese affinché sia un richiamo per tutti i cittadini che ancora tentennano nell'avvicinarsi all'AVIS e all'AIDO

Mario Citterio (Vice Presidente AVIS Biassono)


Saluto del Presidente e del Consiglio

In qualità di rappresentanti di una attività socialmente utile ma disinteressata, proviamo un certo imbarazzo ad esprimerci dichiaratamente su queste pagine e se lo facciamo è solo perchè è occasione di ringraziamento nei confronti di chi, 40 anni fa, ha avuto il coraggio e l'abnegazione per una iniziativa non comune.

Naturalmente i nostri ringraziamenti sono estesi a tutti i donatori passati, presenti e futuri ed a coloro che sostengono l'AVIS con ogni mezzo materiale e spirituale.

E' poco ciò che stiamo dicendo poiché lo scritto non è certo comparabile all'azione. Del resto lo stimolo per la donazione arriva dal profondo dell'anima e perciò non è facile individuare i parametri di un riconoscimento idoneo a tale situazione.

Ma sappiamo che l'uomo in veste di donatore si sente appagato per l'atto che compie ed inutile è quindi cercare altre motivazioni.

Piuttosto un appello tangibile va a coloro che, potenziali donatori, sono distratti da una serie di circostanze più o meno valide; a loro ci permettiamo di lamentare la mancanza di sangue e l'invito alla più spontanea partecipazione e alla stesso tempo l'augurio di una comunità serena.

Roberto Arosio (Presidente AVIS Biassono)

 

Quella stupenda foto in ROSSO SANGUE...!

Arcore, 8 Novembre 2004

La tengo sul mio tavolo di studio: ricorda il 3 ottobre dell'anno corrente.

Una mattina di domenica, dopo messa, una folla di persone, di bandiere e di gagliardetti. Cosa avviene? Nella memoria di 40 anni di Avis biassonese viene inaugurato il monumento dell'Avis e dell'Aido.

 

Tu guardi bene questa foto e vi leggi una storia nobilissima... Vi scorgo lo stemma del Comune di Biassono, vedo tanti volti di gente amica, ritrovo nella memoria altri volti... Martano, Giordano, Monti, Erba... "Sangue" cioè vita, popolo cresciuto da una lunga storia così attuale: stampata sul modello di Lui, il buon Samaritano e - da Lui - tanti fratelli maggiori e tutti noi che vogliamo crescere alla Sua scuola.

Appunto, poche parole, tanta dedizione, esistenze che sono pre-esistenze e dunque esistenze belle, riuscite, provocatrici nella mediocrità dei nostri giorni.

Davvero cambia una società eppure sono inestimabili i valori espressi da questo evento quarantennale! Non  si tratta appena di compassione, ma di una presenza che provoca tanti interventi a livello politico, comunitario. Bisogna puntare sugli ultimi, donare il sangue è l'atto supremo d'amore di una persona: "Ti amo da morire! ... Tu non morirai!".

Si aprono allora nuovi squarci in cielo, nuovi orizzonti a gente intelligente nella vivacità della propria fede. Non è la misericordia e la compassione che prevale, ma il bisogno di provvedere - nel segno del sangue donato - di ascoltare domande, vivere nella propria pelle quei gemiti inespressi e di quei singhiozzi dei "malcapitati lungo la strada che scende da Gerico a Gerusalemme".

Ed è a questo punto che la foto rosso-sangue diviene piccola, non riesce a contenere tanti altri volti di volontari anonimi avisini: quel popolo della vita che Biassono riesce ad esprimere così bene, in ogni soglia di bisogno... dagli asili e scuole, agli oratori ed alle espressioni di carità più sofferte, fino agli immigrati ed emarginati, fino a i gemiti estremi.

L'essere tornato a Biassono per una ricorrenza del genere mi ha commosso e reso fiero di avervi trascorso un decennio di "rosso sangue".

don Luigi Gaiani


Cosa dicono di noi...

Il Giornale di Carate - 5 ottobre 2004