Tu guardi bene questa foto e vi leggi una storia nobilissima... Vi scorgo lo
stemma del Comune di Biassono, vedo tanti volti di gente amica, ritrovo nella
memoria altri volti... Martano, Giordano, Monti, Erba... "Sangue" cioè vita,
popolo cresciuto da una lunga storia così attuale: stampata sul modello di Lui,
il buon Samaritano e - da Lui - tanti fratelli maggiori e tutti noi che vogliamo
crescere alla Sua scuola. Appunto, poche parole, tanta dedizione, esistenze che sono pre-esistenze e
dunque esistenze belle, riuscite, provocatrici nella mediocrità dei nostri
giorni.
Davvero cambia una società eppure sono inestimabili i valori espressi da
questo evento quarantennale! Non si tratta appena di compassione, ma di una presenza che provoca tanti interventi a livello politico, comunitario. Bisogna
puntare sugli ultimi, donare il sangue è l'atto supremo d'amore di una persona:
"Ti amo da morire! ... Tu non morirai!".
Si aprono allora nuovi squarci in cielo, nuovi orizzonti a gente intelligente
nella vivacità della propria fede. Non è la misericordia e la compassione che
prevale, ma il bisogno di provvedere - nel segno del sangue donato - di
ascoltare domande, vivere nella propria pelle quei gemiti inespressi e di quei
singhiozzi dei "malcapitati lungo la strada che scende da Gerico a Gerusalemme".
Ed è a questo punto che la foto rosso-sangue diviene piccola, non riesce a
contenere tanti altri volti di volontari anonimi avisini: quel popolo della vita che Biassono riesce ad esprimere così bene, in ogni soglia di bisogno...
dagli asili e scuole, agli oratori ed alle espressioni di carità più sofferte,
fino agli immigrati ed emarginati, fino a i gemiti estremi.
L'essere tornato a Biassono per una ricorrenza del genere mi ha commosso e
reso fiero di avervi trascorso un decennio di "rosso sangue".
don Luigi Gaiani |