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1) PER QUALE MOTIVO 
DOVREI DONARE IL MIO SANGUE? 
Donare il proprio sangue significa poter salvare vite umane. 
Significa mettere a disposizione della collettività uno strumento di 
insostituibile solidarietà umana. 
Donare sangue è un atto volontario e non retribuito, che fa appello al nostro 
senso civico di aiuto verso chi ne ha bisogno. 
In Italia attualmente non è stato ancora raggiunto l’obiettivo 
dell’autosufficienza nazionale: esistono ancora profondi squilibri tra le 
diverse regioni del nostro Paese nella raccolta del Sangue per cui il divario 
fra la raccolta e il reale bisogno non trova compensazione. Ci si trova in uno 
stato di carenza e pertanto la donazione può contribuire a colmare questo 
divario. 
 
 
 
 
 
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2/3) A COSA SERVE DONARE IL SANGUE? TANTO SE HO BISOGNO CI PENSA L'OSPEDALE! 
Il sangue umano è un "bene" che, fino ad oggi, malgrado le 
notizie circolanti sullo stato delle ricerche, è "prodotto" esclusivamente dalle 
persone, e pertanto: 
  
    - 
    
nessuna struttura ospedaliera 
	è in grado di assicurare alcuna terapia trasfusionale senza la preventiva 
	disponibilità dei donatori;    
    - 
    
per lo stesso motivo, la 
	disponibilità del "bene sangue" non dipende dal mercato, quindi non ha un 
	prezzo economico;    
    - 
    
per queste ragioni lo stato 
	non può che affrontare il problema - e deve farlo - con campagne di 
	sensibilizzazione verso la popolazione e creare gli strumenti normativi per 
	garantire la massima sicurezza possibile e l’ottimizzazione del sistema 
	trasfusionale in tutte le sue articolazioni.  
   
  
 
 
 
 
 
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4) QUANDO L'AVIS SELEZIONA I DONATORI, PRENDE 
TUTTE LE PERSONE CHE CHIEDONO DI POTER DONARE? 
Chiunque abbia compiuto i 18 anni di età ed abbia un peso 
corporeo non inferiore ai 50 kg. può presentarsi presso una qualsiasi sede AVIS 
e chiedere di iscriversi all’Associazione per poter donare il proprio sangue. 
Chiaramente questi requisiti non sono sufficienti a far sì che chiunque lo 
voglia diventi automaticamente un donatore. Una volta iscritto il candidato 
donatore verrà sottoposto a un colloquio e a una visita, effettuati entrambi da 
un medico e ad accertamenti di tipo diagnostico e strumentale per accertare se 
vi siano delle controindicazioni alla donazione. In particolare esiste una 
precisa disposizione di legge, il decreto del Ministro della Sanità del 15 
gennaio 1991 "Protocolli per l’accertamento della idoneità del donatore di 
sangue ed emoderivati" pubblicato sulla G.U. del 24.01.1991 che contempla tra i 
criteri di esclusione della donazione del sangue, tutte le situazioni giudicate 
a rischio. Ciò al fine di garantire nel miglior modo possibile la salute sia del 
donatore sia del ricevente.   
 
 
 
 
 
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			5) DONARE SANGUE FA MALE? 
Per un adulto sano che si sottopone regolarmente alle valutazioni 
di idoneità la donazione non comporta alcun rischio. 
Esistono precise disposizioni che regolano la raccolta del sangue: la quantità 
del sangue che viene sottratta mediamente ad ogni prelievo è minima ed è 
stabilita con Decreto Ministeriale in 450 centimetri cubi (+/- 10%) pari a circa 
un decimo del sangue presente nell’organismo umano. L’intervallo tra una 
donazione di sangue intero e l’altra non deve essere inferiore a 90 giorni. 
La frequenza annua delle donazioni non deve essere superiore a 4 nell’uomo e a 2 
nelle donne in età fertile. 
I controlli e le visite periodiche costituiscono inoltre medicina preventiva, a 
tutela dello stato di salute generale del donatore.   
 
 
 
 
 
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6) DONARE SANGUE NON FA MALE ALLE DONNE CHE 
SONO GIÀ SOGGETTE ALLA PERDITE DOVUTE AL CICLO MENSILE? 
La donazione di sangue per le donne non ha alcuna 
controindicazione. Tuttavia lo Stato, attraverso il D.M. 15/01/1991 "Protocolli 
per l’accertamento della idoneità del donatore di sangue ed emoderivati", 
proprio in considerazione del problema rappresentato nella domanda, cautela le 
donne imponendo un massimo di due donazioni l’anno, che, invece, per l’uomo 
salgono a quattro. Il monitoraggio costante della emoglobina e del ferro, 
effettuata preliminarmente ad ogni donazione, assicurano la tutela della salute 
delle donatrici. Esse inoltre risultano particolarmente "adatte" alla  
donazione di plasma 
mediante aferesi che non incide assolutamente sulla parte corpuscolata (globuli 
rossi, globuli bianchi, piastrine). 
 
 
 
 
 
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7) I RISULTATI DELLE MIE ANALISI VENGONO A CONOSCENZA DEL PERSONALE AVIS? 
La massima discrezionalità e segretezza dei risultati delle 
analisi vengono garantite dal segreto medico e dalla legge sulla "Privacy" che 
individua le figure responsabili e quindi anche perseguibili al trattamento dei 
dati in questione.  
 
 
 
 
 
 
 
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			8) PERCHÉ I DONATORI AVIS 
SONO "PERIODICI"?  
L’attività di AVIS è finalizzata a promuovere una donazione 
"sicura" del sangue e a rispondere efficacemente alle esigenze dei bisogni 
mirati e quindi programmati dei Servizi Trasfusionali, in funzione 
dell’obiettivo della sicurezza. L’Associazione annovera tra le proprie file solo 
donatori periodici, ovvero donatori che ad intervalli regolari si recano presso 
le strutture trasfusionali per donare il loro sangue. 
 I donatori Avis sono inoltre anonimi, volontari, non retribuiti e 
responsabili. 
Queste persone quindi, a differenza dei donatori occasionali, sono molto 
controllate dal punto di vista medico, poiché vengono costantemente sottoposte 
ad un’accurata visita e ad attenti controlli sul loro sangue. Inoltre, poiché la 
loro scelta di donare è libera e non condizionata da altri fattori come quelli 
emozionali, risultano molto più affidabili dei donatori occasionali. 
Il ricorso ai donatori periodici consente inoltre:   
  
    - 
    
una maggiore programmazione 
	della raccolta del sangue;    
    - 
    
la possibile "conversione" 
	dalla donazione tradizionale di sangue intero a quella differenziata 
	mediante aferesi;    
    - 
    
la gestione delle situazioni 
	di urgenze - emergenze;    
   
 
 
 
 
 
 
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	9 ) 
	DONANDO PERIODICAMENTE, NON CORRO IL RISCHIO DI ASSUEFARMI ALLA DONAZIONE, 
	PER CUI ALLA FINE DONARE DIVENTA UNA MIA NECESSITÀ? 
  La donazione periodica non implica nessun processo di 
	assuefazione nel senso scientifico del termine, dove per assuefazione si 
	intende l’impossibilità di rinunciare alla pratica di determinati 
	comportamenti, assumendo il termine (in questo caso) una connotazione 
	negativa comportando un danneggiamento psico-fisico per la persona. 
  Nel caso della donazione del sangue esiste una regola di periodicità nella 
	donazione per garantire la sicurezza del donatore. 
  Il ripetere questo atto di estrema solidarietà a scadenze regolari non potrà 
	che farci sentire meglio nel senso della gratificazione che si prova 
	nell’aiuto dato gratuitamente a persone bisognose. 
  
 
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10) IL 
MIO SANGUE È RARO; PERCHÉ MAI DOVREI DONARLO AD ALTRI? 
Donare il proprio sangue è un atto volontario e gratuito e 
rappresenta una delle massime espressioni di manifestazione di solidarietà verso 
gli altri. E’ un atto di estrema generosità che permette di salvare la vita di 
altre persone. 
Proprio il fatto che il sangue sia raro implica la necessità di metterlo a 
disposizione di altri individui che potrebbero trovarsi in situazione di 
bisogno. Pensa di essere tu al loro posto. 
 
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11) COS’È LA DONAZIONE DI PLASMA? 
Il sangue è composto per il 45% circa di cellule, la parte 
corpuscolata, e per il 55% circa di plasma, la parte liquida. 
Le funzioni del plasma sono numerose. Mantiene costante il volume di sangue 
circolante, da ai tessuti e alle cellule sostanze prevalentemente di tipo 
nutritivo e di regolazione (ormoni, vitamine), raccoglie tutte le sostanze di 
rifiuto derivanti dal metabolismo delle cellule e le elimina attraverso le reni 
e il sudore, interviene nei processi di difesa immunologica e nelle 
coagulazioni. 
Oggi è possibile effettuare una donazione mirata (aferesi); cioè solo di alcuni 
componenti del sangue e, tra questi, il plasma. 
Nell’aferesi (termine greco che significa "portar via"), attraverso l’uso di 
moderne apparecchiature, i separatori cellulari, si ottiene dal sangue del 
donatore soltanto quella componente ematica di cui si ha la necessità. Ciascun 
separatore cellulare centrifuga o filtra istantaneamente il sangue che defluisce 
da un braccio del donatore trattenendo il componente ematico necessario e 
restituendogli il rimanente. Con il prelievo mediante aferesi si ottengono 
concentrati cellulari o plasmatici più ricchi e quindi più idonei per 
un’efficace terapia trasfusionale di supporto. 
Una volta raccolto, il plasma viene conservato diversamente dal sangue intero e 
dai concentrati di globuli rossi e opportunamente congelato può essere 
conservato fino ad un periodo massimo di 12 mesi. 
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12) CHE COS’È L'AUTOTRASFUSIONE? 
È una procedura trasfusionale che si realizza 
mediante predeposito, recupero perioperatorio o emodiluizione. 
La più utilizzata è la tecnica trasfusionale del predeposito che consiste nel 
prelevare il sangue da un donatore che sarà anche lo stesso ricevente, allo 
scopo di compensare le perdite ematiche che si possono verificare nel corso di 
interventi chirurgici programmati. 
In questa situazione si provvede al prelievo di unità di sangue dal paziente, in 
fasi successive, fino a raggiungere la quantità prevedibilmente necessaria 
alcuni giorni prima dell’intervento in modo da consentirne l’eventuale utilizzo. 
Il sangue così ottenuto viene conservato secondo le metodiche tradizionali e 
quindi restituito, in caso di necessità, durante l’operazione. 
I principali vantaggi dell’autotrasfusione consistono nell’eliminazione delle 
reazioni di incompatibilità e del rischio di trasmissione di malattie infettive; 
nella riduzione del rischio di immunizzazione da antigeni diversi, con possibili 
manifestazioni a distanza; nel considerevole risparmio di sangue che è possibile 
conseguire, soprattutto per quanto riguarda i gruppi più rari.  
 
 
 
 
 
 
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13) QUALI VANTAGGI HO AD 
ISCRIVERMI ALL‘AVIS? 
Un nostro slogan recita: donare sangue: una scelta per gli altri, 
una scelta per se stessi. In questa essenza c’è la risposta alla domanda. A 
livello individuale si ha la gratificazione morale di concorrere alla soluzione 
di un grave problema e l’orgoglio di appartenere ad una componente attiva del 
volontariato socio-sanitario decisiva per la costruzione del sistema 
trasfusionale. Inoltre, donare regolarmente sangue garantisce al donatore un 
controllo costante del proprio stato di salute attraverso visite mediche ed 
accurati esami di laboratorio eseguiti ad ogni prelievo.  
 
  
 
 
 
 
 
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14) CON QUALE DENARO FUNZIONA 
L’AVIS? 
L’AVIS è una associazione di volontari che sostiene 
economicamente la propria azione con i rimborsi delle spese sostenute per la 
promozione della donazione, l’invio dei donatori ai Centri Trasfusionali e/o per 
la raccolta diretta delle unità di sangue. Questi rimborsi sono stabiliti da un 
decreto ministeriale ed erogati per convenzione dalle Aziende Sanitarie. 
Altre fonti di finanziamento sono costituite da contributi di Enti Locali e 
donazioni private. 
Essendo una associazione di volontariato nessun socio, impegnato 
nell’associazione a qualunque titolo e con qualunque funzione, percepisce 
compensi. 
Sono stipendiati tutti i dipendenti che svolgono un lavoro permanente 
nella associazione. 
Come previsto dalla legge sul Volontariato n. 266/91, tutti i volontari sono 
assicurati.  
  
 
 
 
 
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15) OGNI ANNO SENTO PARLARE DI CARENZA ESTIVA, MA NON CI PENSANO I DONATORI? 
La carenza di sangue nei mesi estivi è purtroppo un dato di fatto 
per cui storicamente in Italia si rilevano forti contrazioni nella raccolta di 
sangue a fronte di un fabbisogno stabile. poiché la partenza per le vacanze 
interrompe drasticamente i consueti flussi di raccolta. 
La donazione dei donatori abituali non è sufficiente a scongiurare il pericolo 
della carenza, creando seri problemi per i malati. 
Per questa ragione AVIS da anni ha avviato un’attività di sensibilizzazione nei 
confronti della popolazione per garantire l’afflusso dei donatori a intervalli 
regolari presso le strutture trasfusionali, e ridurre il ricorso alle donazioni 
occasionali che sono un fattore di rischio per la sicurezza delle trasfusioni. 
 
	
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